Sono giornate importanti per la “partecipazione”, non sono poche le manifestazioni e le iniziative promosse per discuterne e favorirla.
Parallelamente si avverte forte l’esigenza di promuoverla tra i giovani al fine di supportarli nel loro percorso d’inclusione nei processi decisionali delle comunità e nel saper cogliere le opportunità di crescita culturale e professionale che le istituzioni offrono a vari livelli.
Molti giovani, grazie soprattutto anche al variegato mondo del terzo settore, raccolgono questa sfida spinti da passione ed entusiasmo, ma sarebbe opportuno riflettere sul ruolo che una classe dirigente degna di questa nome debba svolgere nel confronto con questa realtà.
Non ci si può più sottrarre alla sfida del coinvolgimento dei giovani in percorsi di partecipazione che provino a raggiungere il giusto equilibrio tra passione, consapevolezza e responsabilità.
Queste ultime sono fondamentali per raggiungere risultati durevoli ed in grado di lasciare un segno tangibile nella vita degli attori coinvolti.
Non è più il tempo di limitarsi ad invitare i giovani a partecipare in modo generico o proporre loro opportunità in modo quasi sconnesso dai contesti in cui essi si formano e vivono le proprie esperienze quotidiane.
Occorre, al contrario, offrire loro la possibilità di acquisire consapevolezza del reale ruolo degli strumenti di partecipazione che le istituzioni democratiche hanno saputo elaborare e, conseguentemente, ad avere responsabilità del proprio compito all’interno di tali percorsi spingendoli a lavorare su temi e contenuti adeguati alle diverse situazioni.
Ad esempio: come dovrebbero funzionare i forum comunali?
Quale il loro ruolo reale oltre l’organizzazione di momento ludici?
Non raccogliere tale sfida aumenterebbe il rischio di vedere sprecata (tranne rare eccezioni) la forza vitale della passione giovanile in tante iniziative incapaci di produrre reale cambiamento e partecipazione nella comunità.
Pubblicato su: Istituzioni24.it