Si è celebrata ieri la giornata internazionale del volontariato e dal Presidente della Repubblica alle associazioni del territorio è stato un continuo celebrare l’importanza dei milioni di volontari impegnati ogni giorno a garantire la coesione sociale.
L’Italia è per storia tra le patrie dell’impegno civico in nome della solidarietà e non è un caso che, secondo gli ultimi rapporti ufficiali, i volontari siano circa sei milioni.
Numeri rilevanti che raccontano persone e cuori pulsanti che giorno dopo giorno praticano la cultura del dono e, spesso nella totale assenza delle istituzioni, offrono risposte ai bisogni di chi vive affrontando le più diverse difficoltà.
Nel volontariato risiede la vera anima del non profit e del terzo settore.
In virtù di questa importanza e del ruolo che esso ricopre è arrivato il tempo di dire con chiarezza che le parole, per quanto bellissime e vere, non sono più sufficienti a rendere onore e giustizia al volontariato.
Ci vogliono fatti, atti e provvedimenti concreti diretti a tutelare l’immenso patrimonio di solidarietà e dignità testimoniato dai volontari e dalle loro organizzazioni.
Non sono più questi i giorni per ascoltare ed inseguire gli interessi e le richieste di poche realtà che hanno spesso dimenticato la vera anima del volontariato.
Non è più questo il tempo per tollerare che chiunque possa affidarsi a belle narrazioni di falsa solidarietà per accrescere il proprio potere.
Non è più il momento di fingere ossequioso rispetto per taluni rappresentanti delle istituzioni impegnati solo a tessere le lodi del terzo settore senza mai far seguire atti concreti e duraturi in suo sostegno.
I volontari continueranno ad operare disinteressatamente senza alcun bisogno di medaglie da mostrare, ma non è possibile che anche per questo “mondo”, così come nel resto del Paese, ci sia un tale distacco tra classe dirigente e vita reale.
Andiamo oltre le ipocrisie di questi tempi, i tecnicismi dietro i quali si nasconde l’assenza di visione e la scomparsa dell’anima del volontariato, ed iniziamo a pretendere risposte vere ed opportuni silenzi e, soprattutto, onestà intellettuale.
Naturalmente non tutto è da buttare, occorre lavorare per far emergere gli esempi positivi presenti nelle rappresentanze del terzo settore e all’interno delle istituzioni senza rincorrere narrazioni di comodo e assolutorie, ma avendo come unico obiettivo quello di migliorare le condizioni per l’azione dei volontari e favorire l’unità della comunità senza ipocrisie.
Pubblicato su: Istituzioni24.it